mercoledì 17 settembre 2008

SeptemberFest prosit!

E' cambiato molto negli ultimi anni, non in peggio anche se mancano le atmosfere di quando sedicenni piegavamo i tavoli sotto "minacciosi" anfibi incrociando le pesanti brocche da 1lt con la leggerezza delle nostre puerili affinità;
la tenuta "bellica" era necessaria per districarci tra il caos, l'entusiasmo misto al tasso alcolico che spesso aumentava l'eccitazione fino alla soglia tollerabile e la voglia di scappare alla prima festa in spiaggia tra ritmi house e tequila bumbum!
Siamo cambiati noi, ma lo era negli ultimi anni anche questo evento tendendo a colmare i vuoti dei ludici contenuti primordiali con ingiustificabili faide tra dilettanti del diletto abituati a giocare con l'adrenalina negativa della violenza anzichè vezzeggiarsi con quella sbalordivamente bella suscitata dall'armonia di canti e balli.
"Da quest'anno bicchieri di plastica" sento tra i vicoli di Marina di Carrara non appena giunto ad abbracciar i parenti e già la buona lena era sopita:
quale, seppur sublime, birra alla spina può essere goduta lungamente a pieni sorsi in un boccale deformante e sdrucciolevole?
Il primo giorno del September Fest è sempre stato un evento per la gente di qua ed il tramonto al mitico bagno Excelsior era trascorso difronte ad una spiaggia spoglia dei sorrisi distesi e le futili argomentazioni da ombrellone tipici del sabato sera;
Non me l'ero comunque perso, ogni volta è irresistibile lo slancio nella verde e non proprio accogliente acqua che di repente ti coglie impreparato non appena rivolgi lo sguardo sulle Apuane imbiancate;
al loro cospetto quei colori, la banchina del porto non lontana, il tempo sospeso nei corredi degli stabilimenti balneari acquisiscono proporzionato contesto.
Rapidi, in tenuta ginnica, superiamo le giostrine senza perdere d'occhio qualche novità per ragazzi mai cresciuti e via alle casse dove spunto subito la voce cauzione che significa boccale in vetro, tiro un sospiro e:
2cauzioni,2litri,wurstel con crauti,brezen(pane bavarese),patate fritte e stinco!
L'aspettativa alimentava la sete e la voglia di riabbracciare il boccalone da 1l era troppa per aspettare il cibo;
dopo lo spinaggio con preferenza per la scura paghiamo volentieri pegno dovendo accellerare le boccate di birra per allegerire il bicipite mentre affrontiamo una megacoda nonostante 10 forni ardenti x 10 file ciascuno ricche di spiedini di stinco in adipe bollente!
In questi casi non si deve mollare la presa, ogni sorso ti aiuta a mantenere con distinta eleganza la posizione in file miste fra rigore germanico e sfrontato
sgusciamento italico.
Dopo mezz'ora abbondante apprezzo, ringraziando i Fenici, la tenuta termica del boccale in vetro mentre il buon umore è inversamente proporzionale al livello del liquido;
sulla soglia del banco atmosfera da girone dantesco:
una paffuta crucca incredibilmente resisteva da ore a temperature elevatissime riuscendo a servire centinaia di persone, rossa come una porchetta mi porge incandescente stincone dai brulicanti grassi accartocciato in piatto di cartone mentre famelici contendenti, ipnotizzati dagli adiposi profumi, quasi addentavano lei se non il piatto.
Fine del 2° round, mi sento vincente e ci apprestiamo al terzo sgusciando tra i tavoli con boccale, stinco , patate e pane in incerto equilibrio ed in cerca di un angolo di panca;
gli sguardi lucidi misti ad inebetiti sorrisi divenivan seriosi non appena intuivano le nostre intenzioni, si narra di sacchi a pelo sui tavoli pur di garantirsi le
prime file difronte al gruppo folkloristico bavarese prodigo di tacchi e punte tra prosit a catena senza soluzione di continuità.
L'entusiasmo generale e l'ilarità di molte famiglie contrastava con l'acquolina scatenata dal mio bottino ancora non consumato,
mi accontento di una posizione defilata ed 1 cm quadrato di tavolo e con il primo morso alla croccante e speziata crosticina di stinco trova in me la pace donandomene di compenso.
Difficile pensare a qualcosa che riesca a dare immediata soddisfazione edonistica alle fauci imbevute dal luppolo più di quella carne succulente e saporita mentre l'altrernarsi di patate con il brezen farcito a citrosodine di sale, in modo truffaldino, faceva esaurire la brocca:
niente paura, la birra tedesca sale lenta, non fa male ed ovviamente, se non dovete poi guidare, garantisce repliche di immediata metabolizzazione;
dalla scura si passa alla cruda e non voglio perdermi l'appuntamento con wurstel e crauti:
la fila ai banchi è più rarefatta e la tedescona di turno elargisce bioccoli di senape indugiando con la mano pesante sul dispenser;
cambiamo ambiente a vantaggio della tranquillità, ma non cala sicuramente l'ilarità supportata da un gruppeto filotirolese con violoncelli e flauti impegnato a coinvolgere ogni malcapitato in buffi balli che paiono mimar un'impacciato corteggiare, ma rispecchiano il senso del rispetto e dei ruoli di un popolo retto.
La cruda con la sua freschezza acuisce il finale acre dei crauti tagliati finissimi, ma il wurstel impera riequilibrando la partita con intensità aromatica e senza eccessiva grassezza.
La soddisfazione è piena ed il necessario ribere rende impossibile non coomprendere l'immane livello calorico di una dieta così viziata, ma per noi la festa vale un giorno l'anno e senza remore non possiam completare il disengo senza ciambella zuccherata finale e mitico strudel, poco meritevole di menzione la prima necessitando di ingredienti e tempistiche non di massa,
ma il secondo risulta ideale coperta de letto ideale di sapori in cui avevam fin lì gozzovigliato.
Chiudiamo il cerchio prima che serri la festa ancor nel suo vigore tra canti, balli, prosit e molto amore, così la vogliamo immortalare e per sempre così ai figli dovremo tramandare.

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