lunedì 20 aprile 2009

FOUR REASONS

Non capita tutti i giorni a noi abitanti della collina Toscana, l'occasione di metter piede negli ambienti più esclusivi della Milano bene, a due passi da via Montenapoleone, nel tempio ove tutto si può desiderare a patto che tutto non abbia più alcun valore per il proprio portafoglio.
Fortunatamente avevo optato per un'abbigliamento più trasgressivo, con pantalone nero lucido e scarpetta brillante, camicia blanca, villosa, condita di capello fluente;
con un beccuccio fuori forse sarei potuto passare da rockstar, ma se avessi indossato il mio migliore abito non sarei stato all'altezza neppure di occuparmi dello sbarazzo dei tavoli...

Impossibile scendere troppo nei particolari, meglio sfumare le impressioni che hanno colto i punti cardinali del sentire così come quel luogo, delle quattro stagioni , le sfumature vorrebbe farci assaporare:

1-L'ingresso...struggente: fiammelle danzanti su tavoli di cristallo suggeriscono silenziosa contemplazione di sguardi al cospetto d'imperiosi lampadari e carezzevoli approcci sui candidi divani, cullando l'udito con vive soavità classico jazz. I passi sono attutiti da tappeti senza tempo
ed il dinamismo d'insieme sembra adattarsi al tuo stato d'animo, pronto a deformare mura e pavimenti quasi per farti fluttuare lasciando tutto il resto fuori sotto la pioggia primaverile.

2-La grande professionalità dei giovani presenti: abili nel riceverci, eleganti, ma mai distaccati, in grado di farti sentire il calore di casa in un posto che altrimenti rischierebbe di soffocarti nell'ovatta, impedendoti ogni slancio emotivo. Senza far pesare la loro competenza, con umiltà e
discrezione, non uscendo mai delle righe nonostante le nostre insistenze(vietato dare del tu...), agevolmente hanno scandito il nostro tempo pronti ad esaudire ogni capriccio senza batter ciglio...dando l'impressione quasi di divertirsi con noi e facendoci alla fine sentire calzanti protagonisti di una serata in cui abbiamo portato il sano, trasgressivo tocco brioso dalla provincia Toscana contaminata d'estro cileno.

3- Incontriamo gente, parlate fugaci, non apparteniamo ai codici non scritti della diplomazia, ma idee, passione, in comunione con la curiosità d'illuminati interlocutori, possono contenere le password di accesso per alcuni istanti in cui penetriamo i crismi e squarciamo gli schemi stappando sorrisi veraci.
Gli spiriti affini nascono e crescono ovunque e sanno svelarsi quando il tuo essere è naturalmente predisposto ad accoglierne l'unicità, il particolare spunto dello stesso messaggio con le sue diverse sfumature interpretate insieme.
E se una volta dileguati quasi tutti i commensali, congedata la truppa, i motori di quella sera rimangono seduti insieme ad un tavolo disegnando nuovi momenti da trascorre insieme, la bollicina perde tutte le sue 000(fortunatamente...) e diventa crema nel palato e linfa per la mente.

Onorati degli onori per la nostra panza e presenza a tutti ci inchiniamo, ma quanti lustri da qui ad essere grandi per essere folli, diventare grandi perchè già folli dovremmo essere...

4-Perchè niente è più consolante dello scoprire, in piena preda di raptus amidoso, che la magica pizza pazza del circolo di Gaville, frantumata, dopo notte insonne, il giorno successivo con accurato innaffio d'extravergine di quelle stesse colline, in quel tempio non sarebbe stata neppure eticamente accessibile nè desiderabile...

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