domenica 18 ottobre 2009

A spasso per le vigne del Cile - Antiyal

Non trovo nessun cartello e mancano perfino i numeri civici lungo il cammino di Alto Johuel verso le Tres Cruces..eppure siamo a Pirque ad uno "sputo" da Santiago, nel bel mezzo della ruta del vino della valle di Maipo, dove Vina Santa Rita si erge fiera della sua storia e sto andando a trovare Alvaro Espinoza: l'enologo consulente biodinamico più famoso del Sud America,

padre di innumerevoli progetti di coltivazione organica e degli effluvi che ne derivano come il Coyam di VOE, l'Altazor di Undurraga ed i vini di Apaltagua.
Dopo faticose telefonate in spagnolo biascicato, Marina, la moglie, mi guida fino all'ingresso in legno di una casina gialla simile alle tante che si scorgono
tra le colline toscane, ma circondata da maestosi cactus!Si apre, 2 canini dal viso simpatico mi accolgono scodinzolando e subito m'imbatto nel primo filare:

al posto dell'erbetta inglese difronte a casa, qui trovo ceppi grossi come un braccio di cabernet sauvignon già invaiato, maturando sotto il sole cocente filtrato da un rigoglioso cappello fogliare.
Sono occhi che non mentono quelli di Marina, varcata la soglia del cancello ci si sente come a casa, mi fa sedere su uno sgabello in un antigarage con un piccolo banco ed alcuni melliflui calici di cristallo sopra a render dolce l'attesa; sui muri qualche foto improvvisata e spruzzate di vernice su legno richiamano cori mapuche.
Antiyal significa "figlio del sole", loro questo nome l'hanno scelto più di 10 anni fa, nel 1998, anno della prima vendemmia, quando la cultura indigena era considerata un'affaire di serie "b".
Ecco Alvaro, maglietta sportivissima, mani grosse, nere e screpolate, naso a patata, sguardo scintillante, rugato all'insù che subito mi strappa un sorriso invidioso.
Un ecosistema chiuso che trova in se autosostentamento, ma aperto a chiunque abbia lo spirito per farne parte:
didatticamente mi spiega concetti non nuovi, fedeli alle dottrine di Steiner con alcune influenze californiane mentre Marina condisce con le cadenze astrotemporali dell'altro(per me)emisfero;
nessuna presunzione d'assolutismo, nessuna pretesa missionaria, sono loro i primi a non prendersi troppo sul serio, coscienti che il tempo e la terra si sveleranno propizi solo se innati e non manipolati con eccesso.

Per uno come Alvaro i parametri di riferimento non mancano:
ha lavorato anni per vina Santa Rita, vina Carmen dove ha contribuito alla scoperta del carmenere, per poi diventare super consulente nei progetti VOE(vinedos Organicos Emiliana)e tante altre realtà come Apaltagua ed Undurraga; egli da questi ha catturato i migliori ceppi sessantennali di cabernet sauvignon, affidandosi all'erudito istinto e ripiantandoli nei due ettari intorno a casa.
6800 bottiglie di Antiyal, con l'aggiunta di syrah e carmenere da un'altro ettaro poco più in alto, una goccia in un mare in grado di distinguersi per la sua elegante forza.
Onorato della mia presenza onora e crogiola me mentre gratta la cera dal suo 1998, primo anno di produzione di cui le bottiglie rimaste si contano con un pugno:
un risultato eclatante, inaspettato, 11 anni fa in Cile un così gran vino di garage?Sì vero: ancor oggi freschissimo, con un frutto pieno e tutta la soavità che solo questa terra sa conferire ad un imponente tannino.
Tutto ciò che serve a questo vino nasce e muore rigorosamente all'interno di questo microclima, unica eccezione il legno, troppo poroso in Cile, ma per ovviare Alvaro non usa botti nuove e certamente sa dove andare a cercarne di buone usate. Per il resto ci pensa la vacca ed il suo corno, la zappa, il cavallo,
l'ortica e le piante medicinali tra i ceppi.
L'uva in via di maturazione già schiocca tra i denti e disseta mentre rende ancor più goloso il palato, è il preludio a ciò che saranno, tra qualche anno,
l'Antiyal e il Kuyen 2006, bevuti poco prima e già buoni, ancor troppo veementi e bisognosi di esser coccolati più a lungo.
I grandi vini di razza, quelli nati dalla terra e dal frutto e che, più trascorrono gli anni, più alla terra ed al frutto ritornano.

Grazie Marina, grazie Alvaro

Ringraziamenti speciali ed interessati per l'impeccabile organizzazione logistica ed emozionale:

www.exploringchile.com

www.vinicileni.it



3 commenti:

Guglielmo Rocchiccioli ha detto...

Il consiglio è quello di visitare e andare a spasso anche nel Valle de Aconcagua, degustando dei vini rossi veramente strutturati.

VIÑEDOS PROPIOS ARBOLEDA MERLOT VIÑEDO LAS VERTIENTES D.O. VALLE DE ACONCAGUA PRODUCIDO Y EMBOTELLADO POR VIÑA SEÑA, CALLE ANTOFAGASTA S/N, PANQUEHUE – SAN FELIPE 2006 14,5%


NARIZ: a la nariz es bastante abierto y demuestra una cierta regularidad en los perfumes. Las sensaciones olfativas que se reconocen son: frambuesas, arándanos, fresas de bosque, vanilla, leño dulce, violeta y geranio.

BOCA: en la boca es un vino que se caracteriza por su sapidez dado que la persistencia es más para un blanco que para un tinto.

MARIDAJE: vino de meditación

OPINIÓN PERSONAL: un vino, que a pesar del elevado grado alcólico, es discretamente abordable a la boca y fácilmente apreciable aunque sea pesado. Si este merlot viniera a dar un examen universitario, lo aprobaría no por su inteligencia sino por su constancia en el estudio.


VIÑEDOS PROPIOS ARBOLEDA CABERNET SAUVIGNON VIÑEDO LAS VERTIENTES D.O. VALLE DE ACONCAGUA PRODUCIDO Y EMBOTELLADO POR VIÑA SEÑA, CALLE ANTOFAGASTA S/N, PANQUEHUE – SAN FELIPE 2007 14,5%


NARIZ: se siente a la nariz una fuerte sensación alcólica junto con un panorama de olores que se constituye con toques olfativos en vez que claros signos aromáticos; se capta un poco de yerbas, pero el pimentón verde no está para nada. Los perfumes que se percatan son: arándano, fruta de bosque, cereza seca, yerbas, madera, mentolado, pimienta negra y rosa.

BOCA: en la boca es un vino grueso y pesado, el cierre es con leño y fruta de bosque; casi parece más un syrah que un cabernet sauvignon.

MARIDAJE: vino de meditación

OPINIÓN PERSONAL: un vino que no es capaz de mantener despiertas la papilas degustativas. Si se tratara de una película, abandonaría la sala cinematografica a la mitad del tiempo, no porque no me guste la trama, sino porque no me entusiasma.

Le Panzelier ha detto...

Ciao Guglielmo,

grazie per il commento e complimenti per il tuo sito, noto con piacere che altri appassionati hanno avuto l'intrapendenza di setacciare le innumerevoli valli cilene in cerca della qualità che quella terra sa esprimere.
Il paese si evolve rapidamente ed il mondo del vino cileno nè è espressione marcata di dinamismo, capacità di marketing e "follia", a breve pubblicherò altri pezzi inerenti una delle aziende più entusiasmanti di San Antonio, Casa Marin, ed i miei induscussi amori Casa Silva e Viu Manent, ma tanto ancora c'è da valutare!
Non ti nascondo grande curiosità in merito agli sviluppi in corso nella zona della valle del Elqui(syrah)di cui ho apprezzato i prodotti di Vina Falernia e Limarì(chardonnay), così come nelle piovose intercapedini di Lancomilla ed i suoi carignan e cabernet franc.
Ah...che passione tanto sfiziosa da quasi costringere a diventar vizio la curiosità del buscar il prossimo vino migliore!

A presto

the clandestine from Florence to London ha detto...

saluti Londinesi
se trovo un Coyam lo decapitiamo in tuo onore !!