Ci sono dei vini che non hanno bisogno di presentazioni, vini che durante i primi corsi di fiducioso avvicinamento alla cultura del bere, sentivi nominare innumerevoli volte, per poi vederli bramoso nelle enoteche o sulle carte dei ristoranti di maggior pregio a prezzi speculari a quelli dell'oro colato.
Pensavi:"non riuscirò mai a berli","come sarebbe bello vederne le etichette in fila tra le mensole inclinate della cantina privata", "devo imbucarmi a casa di qualcuno, in quella degustazione d'elite", "devo farmi assolutamente invitare a quel compleanno!"
Poi, man a mano che i parametri e le manie crescenti s'intersecavano con l'esperienza, acuendo il senso del piacere nello scoprire il meno scontato, quegli stessi vini sono diventati il reflusso di una corsa all'oro che nel nostro "Belpaese" non esiste più:
i nostri amati supertuscans, soprattutto quelli emulativi i vini bordolesi, sono usciti dalle fisse dei circoli enosnob per entrare tra le idiosincasie dei più integerrimi sostenitori dei vini garage o quelli di fattura cosiddetta "artigianale"...